Gemona: cuore del Friuli fino all’Estremo Oriente. - Parte I

Oggi siamo a nord, a circa 30 km da Udine, per parlarvi di un paese, o meglio una cittadina, che è considerata da molti il cuore del Friuli.

Gemona del Friuli sorge a circa 270 metri sul livello del mare, alle pendici dei monti Chiampon e Glemina, ma le sue caratteristiche geografiche sono molto varie: si passa dalle pianeggianti frazioni di Campo Lessi e Taboga alle collinari Ospedaletto e Stalis. Questi dislivelli caratterizzano molto la cittadina, ben nota per le sue salite e discese. Tuttavia, Gemona è principalmente famosa, in Friuli e non, per essere stata l’epicentro del disastroso terremoto del 1976, che ha segnato profondamente la sua storia e quella del Friuli tutto (i cittadini gemonesi furono insigniti della Medaglia d’oro al Merito Civile).

Il tremendo terremoto non è riuscito però a rovinare le opere artistiche ed architettoniche di primissimo livello che Gemona può vantare, come simbolo della tempra e dell’abilità del tenace popolo friulano.

Non tutto è andato perduto


Una delle opere più importanti e rappresentative di Gemona è indubbiamente il suo duomo, dedicato a Santa Maria Assunta. Il tempio è sito in un vasto terrapieno ed è considerato uno dei monumenti religiosi più importanti del periodo medioevale della regione. Lo stile è particolare ed affascinante, misto tra il romanico ed il gotico, ed è stato realizzato da diversi artisti locali, tra cui spicca sicuramente il nome di Giovanni Griglio, che si occupò del suo restauro nella prima metà del 1300, quando Gemona era in guerra con la vicina Venzone (questo forse non lo sapevate). Al suo interno si possono ammirare opere di grande valore: tele pregiate di scuola friulana datate tra il 1500 e il 1700; il crocifisso ligneo diventato simbolo del terremoto; l’antica vasca battesimale, ricavata da un’ara funeraria romana, datata tra il I ed il II secolo Avanti Cristo. Inoltre, vicino al duomo si trova Casa Gurisatti, ovvero il Tesoro del Duomo, dove giacciono preziosi libri miniati del tredicesimo secolo, accompagnati da arredi ed oggetti sacri di lavorazione orafa non indifferente.

Nonostante questo straordinario elenco di opere di indiscusso valore artistico ed ingegneristico, quella legata alla storia del duomo che ritengo sia più interessante è la statua di San Cristoforo. Questa meravigliosa opera che raggiunge i 7 metri di altezza, classificandosi di diritto tra le più grandi statue d’Italia, è incastonata in modo singolare nella facciata del tempio. Persino il forse più noto “Colosso di Barletta” non arriva a una tale dimensione.

La prima realizzazione del duomo è datata all’incirca verso la fine del 1200, ma nei secoli successivi è stato sottoposto a continui miglioramenti e ristrutturazioni. Fu consacrato nel 1337 dal Vescovo Giovanni da Parenzo, su ordine del potentissimo Patriarca d’Aquileia Bertrando, nel giorno di domenica 8 giugno (festa di pentecoste). Da ricordare, oltre alle guerre tra Gemona e Venzone, che uno dei motivi che allungarono di decenni la costruzione del duomo, furono le minacce del Conte di Gorizia, molto interessato al dominio della zona.

Una festa immortale

Tra tutte le feste e sagre che la cittadina offre, quella che più rimane impressa e che più caratterizza la storia di Gemona, è la cosiddetta Epifania del Tallero. Trattasi di una rievocazione storica tra le più apprezzate e frequentate di tutto il Friuli, una festa che trasforma la cittadina in un affascinante scenario medievale. Durante la manifestazione il centro storico è ricco di spettacoli, giochi di strada e giochi medievali a cui la popolazione prende parte, in un divertente sipario d’altri tempi. In serata vengono anche accesi due pignarul nelle frazioni di Godo e di Taboga, che fungono da fuochi propiziatori per un anno generoso per la famiglia e l’agricoltura (oramai pesantemente sottovalutata).

Ma avete mai pensato a quali sono le origini storiche dell’Epifania del Tallero? Ve lo diciamo nella seconda parte…

Fine prima parte. Continua...

Saluti
Vidocq

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